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Le Beate Caterina e Giuliana

PERSONALITÀ E CARISMI
DELLE BEATE CATERINA E GIULIANA

Le due donne erano molto diverse: Caterina era di carattere forte e deciso, e insieme colma di carità, di prudenza e di pace; con grande forza d’animo, sopportava ogni tribolazione per amore di Dio. Riverente verso i misteri celebrati della nostra salvezza, era capace di far chiamare e correggere i preti che commettevano errori o imperfezioni liturgiche. Era paziente, ma attenta e intuitiva delle caratteristiche della natura umana e delle sue scaltrezze e falsità. Conosceva le Sacre Scritture, e la sua preghiera, sebbene meditativa e devozionale secondo lo spirito dell’epoca, si nutriva alla Parola di Dio. Leggeva e meditava continuamente la passione di Gesù sul Vangelo di san Giovanni, immedesimandosi profondamente nei suoi diversi momenti e commovendosi al pensiero di tutto ciò che il Signore aveva subito e sofferto per la salvezza dell’uomo. Soprattutto dominò sempre in lei l’immagine del Crocifisso, che diceva di avere «fisso e figurato nel cuore».

 
 
 
 
 
 
 
 
La beata Caterina, particolare da affresco di pittore lombardo di scuola bramantina (1516)

Giuliana, che presso la sua povera famiglia aveva sofferto molto, era mite e semplice, dolcemente sottomessa a Caterina, che fin dal principio riconobbe come madre, con un’umile ubbidienza in ogni cosa. Era incolta; l’antica biografia la dice incapace «di apprendere le Sacre Scritture», e viveva una vita spirituale semplice e limpida, che esprimeva ripetendo instancabilmente il Padre nostro e l’Ave Maria. Caterina, come una buona madre, con vera saggezza, le lasciò vivere questa sua religiosità pura e piena di amore per il Signore. L’umiltà, la povertà, l’ubbidienza erano i suoi veri carismi; di se stessa diceva: «Nulla ho in questa vita, nulla desidero di avere. E anche io non son mia, poiché io mi son data a Cristo e alla volontà degli altri».

Ciò che era comune a Caterina e a Giuliana e le univa era la meditazione della passione di Gesù e l’amore per il Crocifisso. Proprio questo è, nella nostra spiritualità, l’elemento più importante che attingiamo da loro.

La beata Giuliana, particolare da affresco di pittore lombardo di scuola bramantina (1516)