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«In principio Dio creò» (Gn 1,1) … i colori del tempo

Carissimi giovani,

      inutile dirvi che preparare queste semplici note sul tempo significa per noi continuare nel tempo (ogni  giorno!) un dialogo – tanto più profondo quanto più silenzioso e “pregato” – con tutti voi.

Bene. Siete pronti, con la Bibbia a portata di mano o già tra le mani?  O nel frattempo, anche solo per curiosità, ne avete letto qualche passo?

Davvero, come vi scrivevamo, possiamo vedere la narrazione biblica temporalmente “scandita” in tre tappe: la prima: «In principio» (Gen 1,1); la seconda: «Ma quando venne la pienezza del tempo Dio mandò suo Figlio» (Gal 4,4); la terza: «Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!” (…) Colui che attesta queste cose dice: “Sì, vengo presto!”» (Ap 22, 17.20).

Riferimenti temporali che come il “tic-tac” dell’orologio segnano il progressivo disvelarsi del disegno di Dio.

Ci verrebbe da dire che il tempo è al servizio del sogno di Dio che è amore, relazione matura e perciò duratura, è il luogo in cui avviene il nostro incontro con il Creatore. Un tempo che non ha nulla di noioso o di ripetitivo, perché Gesù stesso ha detto: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco» (Gv 5,17).

Che non sia, per tanti di noi, questo “stop” da coronavirus il tempo opportuno per agire (certo in modo completamente diverso da quello che potevamo immaginare), per imparare (certo non le discipline che avevamo messo in programma), per conoscere non tanto il mondo esterno, quanto il progetto buono di Dio sull’umanità e quel luogo ancora sconosciuto che è il nostro cuore?

Qui la Bibbia ci viene in aiuto: la Parola illumina il presente e noi annodiamo il singolo giorno al tappeto del tempo, sino all’origine, a quel «in principio» quando Dio creò il cielo e la terra, il sole, la luna, le stelle, gli animali, l’uomo, a quell’inizio ricordato (e cantato) con stupore da salmisti e profeti:

Dalla parola del Signore furono fatti i cieli,
dal soffio della sua bocca ogni loro schiera (Sal 37,6).
I cieli narrano la gloria di Dio,
l’opera delle sue mani annuncia il firmamento (Sal 19,2: da leggere tutto e meditare, non dimenticando il grande Hallel: Salmi 146-150).
Le stelle hanno brillato nei loro posti di guardia
e hanno gioito,
egli le ha richiamate ed hanno risposto: “Eccomi!”,
e hanno brillato di gioia per colui che le ha create.
Egli è il nostro Dio
e nessun altro può essere confrontato con lui (Baruc 3,34-36).
Nasce spontaneo ripetere, con tutto il cuore:
Ogni vivente dia lode al Signore
Alleluia (Sal 150,6), nella consapevolezza che quel «vivente» sono anch’io, nella mia piccolezza, ma anche nel miracolo della mia vita.

Rabbi Bunam, uno dei chassidim, usava ripetere ai suoi discepoli:
«Dovete avere due tasche con dentro due foglietti, da poter ripescare sempre nel momento del bisogno. 
A sinistra quella con scritta la parola di Abramo: “Io sono polvere e cenere” (Gen  18,27). A destra quella con scritto: “Il mondo è stato creato per me” (Berahôt, 6b). L’importante è di non confondere le tasche!».

E se preferite un’immagine marina, ecco cosa rispondeva un abba al suo discepolo che gli confidava: «“Padre, non sono che un oceano di miserie!”. “Anch’io, ma nel fondo dell’oceano c’è una perla preziosa che dà valore a tutto l’oceano!”».

Così l’In principio può assumere il meraviglioso significato dell’inizio di una storia, della mia storia: un tempo in cui, anche se a porte chiuse, non ci sentiremo più “costretti”, ma assaporeremo la dolcezza di saperci creature del vero Amore che fa sperimentare la libertà di figli ovunque ci si trovi.

Occorre appassionarsi a questa lettura, e questo ora è compito vostro!
Vi lasciamo con una breve divagazione.
Provate a chiudere gli occhi: immaginate l’inizio della creazione, la luce che illumina le acque, la terra con i suoi germogli… una festa di colori! Chagall definiva la Bibbia come “l’alfabeto colorato” a cui hanno attinto, come lui, gli artisti di tutti i tempi.

Solo un maestoso esempio sul tema della creazione: i mosaici della Cattedrale di Monreale risalenti al XII secolo: pietruzze d’oro e di ogni colore per “narrare” quell’inizio.

Dal XII al XXI secolo: tanti artisti hanno “colorato” il tempo, la bellezza continua a narrarlo, ma non dimenticate che la bellezza è debitrice verso una durata, verso una sintesi contemplativa che richiede un tempo lungo (e non ve lo diciamo perché siamo monache!). Solo in un indugiare contemplativo questi capolavori svelano il profumo della loro essenza introducendoci al testo, rivelandolo e velandolo, suscitando sentimenti, emozioni e domande. Provare per credere.

Se poi qualcuno di voi ama la pittura e si diletta ad “imbrattare” qualche foglio con acquerelli, chine (ma anche gli acrilici non vanno male…) può trovare ispirazione in questo “tempo biblico”.

Anche questo è un modo per dialogare con la Parola e lasciare che penetri e interroghi il nostro io più profondo che a volte riesce a narrarsi più facilmente con qualche colore che con tante parole.
Provare per credere.
Come pellegrini nel tempo ci diamo appuntamento per la seconda tappa.


A presto!

Particolare mosaici Cattedrale di Monreale